Le donne della famiglia
In tutti questi secoli di storia sono rimaste un po’ in disparte le consorti dei Pacchiani di cui abbiamo cercato di risalire la genealogia. Questo è certamente grave, considerato anche che senza di loro non vi sarebbe stata genealogia alcuna. D’altra parte risalire anche tali linee renderebbe il lavoro interminabile. Basti fare il banale calcolo degli ascendenti per capire che arrivati appena ai nonni avremmo già otto linee di altrettanti avi da seguire!
Forse a mitigare gli effetti matematici appena accennati potrebbero però intervenire relazioni parentali incrociate, in altre parole può essere che, risalendo all’indietro nel tempo, si possa trovare un avo in comune per marito e moglie, considerato che la vita di famiglia si è svolta per circa sei secoli nella stessa zona. Sicuramente le mogli dei Pacchiani di Beduzzo provenivano da famiglie residenti lì o in paesi limitrofi. Non sono noti i cognomi di tutte, in particolare in antico, come ai primi del ‘500 Maria moglie di Pietro, figlio del capostipite, ma proseguendo verso i tempi odierni incontriamo una Pellegrina Barbieri, ai primi del Seicento moglie di Giovanbattista, poi una Maria Antonia Giacopinelli. Ancora le famiglie Papa, Bonfanti, Coppini, Raschi e Landi hanno dato consorti al ramo giunto a Bolzano: si tratta in parte di famiglie presenti già nel Quattrocento, come i Raschi e i Coppini. I Landi sono invece apparsi più tardi, provenienti da valli vicine.
Queste “rezdòre” delle famiglie divenivano madri anche di dieci figli in condizioni sicuramente dure, spessissimo qualche piccolo moriva se non subito, entro i primi sei anni, quando non era la madre stessa a rischiare la vita durante il parto.
Potremmo ora chiudere questa cronaca con alcune indicazioni sulle condizioni di vita in paese tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, tratte dalle note del parroco di Beduzzo don Pietro Comelli in occasione della redazione dello “stato delle anime” nella sua parrocchia nel 1907.
A maggio di quell’anno egli scriveva: “in quest’ultimo decennio 5 sole famiglie hanno qui preso domiciglio arivando da altri luoghi, tutte le altre nella quasi totalità sono ab antiquo del paese o almeno da lunghissimi anni. 12 famiglie vivono a mezzadria e quasi nulla tenenti. 50 famiglie circa sono quasi nulla possidenti. Circa 50 famiglie possono vivere coi raccolti dei loro campi. Circa 80 e quasi tutti uomini si trovano continuamente e scambievolmente ogni hanno (sic!) all’estero per motivo di industria, nessuna famiglia intera però si trova assente. In questo ultimo quinquennio sono stati in media annualmente 37 i nati, 17 i morti dei quali 9 morti non compiuti i 7 anni e 6, sempre annualmente, compiuti i 60 anni. Pure in questo quinquennio 7 sono nati da ignoti, si sono celebrati 26 matrimonii; sono occorse 4 dispense da consanguinità, 30 verbali di giuramento suppletorio e 13 con deposizione dei testi, pubblicazione di altri 11 matrimonii celebrati altrove. Annualmente 600 fanno la Pasqua; in quest’anno 32 della compagnia di S. Luigi hanno fatto le sei domeniche in preparazione alla festa del santo e 45 in media erano le comunioni in ciascheduna di queste Domeniche (omissis)”1.
Queste migrazioni stagionali, cui credo accenni anche mia nonna in alcune sue pagine di ricordi, erano dirette tutte in Svizzera, dove si cercava un lavoro migliore o forse peggiore, ma certo meglio retribuito. Sembrerebbe però che le famiglie si riunissero comunque, senza stabilirsi definitivamente all’estero.
Di altri trasferimenti rimane traccia nelle richieste di certificati di nascita ai fini di matrimonio che ho trovato all’interno dei libri parrocchiali consultati: Francia (è il caso di Alfredo, un nipote del nonno Alberto, la cui sorella vi abita tuttora), Grecia, Belgio, Stati Uniti.
Non so se sono discendenti di Pacchiani del Parmense, ma sicuramente gente con tale cognome è presente in modo massiccio in Svizzera, Francia e perfino in Austria esiste un’albergatrice con tale nome!
Note
1) Il documento è conservato insieme ai restanti libri parrocchiali di Beduzzo nell'Archivio Storico Diocesano Vescovile di Parma.