Spostamenti a Provazzano e Bannone
Durante le indagini genealogiche condotte sui Pacchiani di Beduzzo di Corniglio, l’appassionato ricercatore di storia locale Camillo Bertogalli mi segnalava la presenza di Pacchiani anche a Provazzano nell’Ottocento: tale famiglia pareva avere in quella zona radici solide e alcuni suoi componenti avevano ricoperto cariche di un certo peso. Per esempio risulta un Pacchiani il “maire” o sindaco napoleonico che firmò il carteggio di leva militare nel 1810. Le lettere sono datate a Provazzano e firmate “maire de Neviano degli Arduini”1. Un Giuseppe Pacchiani è ancora sindaco o più precisamente podestà a Neviano negli anni intorno al 18552.
Il suggerimento andava quindi seguito, approfondendo la portata della presenza della famiglia e, se possibile, la sua origine.
Nel Quattrocento, in base a quanto riportato nei libri riepilogativi dell’estimo del sale del 14623, la famiglia non appariva a Provazzano né a Neviano (antenati dei Pacchiani paiono esserci solo a Beduzzo, Traversetolo e Barbiano di Felino).
In quello di terre del 1562, fatto per tutte le ville del contado parmense, invece, troviamo abitanti a Provazzano “mastro Alexandro Pachiano” con il figlio Antonio Maria, ma loro stessi ed altri membri della famiglia sono proprietari di terre anche a Neviano, venendo registrati pure in tale località4.
In questi 100 anni che separano i due estimi, pertanto, deve essersi realizzata la prima migrazione e l'insediamento nella località partendo da qualche altro luogo.
Per tale intervallo temporale non esistono tuttavia altri estimi che possano aiutarci nell'indagine, ma esaminando presso l'Archivio di Stato di Parma gli atti dei notai attivi in quell'area nel Cinquecento, o meglio quelli di coloro tra essi di cui ci sia pervenuta documentazione, si è potuto confermare che un Pacchiani residente a Provazzano era parte in diversi contratti già nei primi decenni del secolo: ciò che particolarmente rileva, inoltre, è che in questa documentazione è dato esplicitamente atto della sua provenienza dalla zona di Tizzano: si tratta di un tale mastro Alessandro che appare quindi come il capostipite del ramo di Provazzano.
Un esempio per tutti, da un atto di vendita rogato a Tizzano il 4 marzo 1529: "Alexander de Pachianis filius quondam Nicolaii, de Villanova, castellantie Tizani, ad presens habitator ville Provezani…"5. Passando quindi ai notai attivi in tale località gli atti coinvolgenti il nostro Alexander - e che ne danno l'origine a Tizzano - sono anche aumentati.
Nell'individuare univocamente questo Alessandro Pacchiani ci soccorre la ricerca fatta sui Pacchiani di Beduzzo.
Il notaio Baldassarre Banzi il 3 ottobre 1506, come già rilevato, rogava infatti a Tizzano un atto in cui Battista, figlio del fu mastro Nicolò de Pachianis di Beduzzo, a nome proprio e dei fratelli Stovanino, Alessandro, Giovanni Antonio e Bernardino, abitanti a Tizzano in contrada di Villanova, vendeva un proprio appezzamento di terreno da lavoro in tale zona in luogo detto “ad Madonum” a Giovannello de Barillis per sei lire imperiali (filza 273).
Questo documento di comune compravendita fornisce in realtà parecchi dati utili per l'identificazione della famiglia: i nomi dei cinque fratelli, la qualità di figli del defunto Nicolò, il titolo di "mastro" di quest'ultimo, quindi di esercente qualche attività professionale od artigianale, l'origine da Beduzzo del figlio contraente, Battista (e quindi verosimilmente dello stesso Nicolò), l'attuale residenza a Tizzano di questa famiglia e in specifico in località Villanova, utile per seguirne le tracce in altri documenti.
Quanto a Battista, egli dev'essere il maggiore tra i fratelli e pertanto agisce anche a nome degli altri, citati espressamente nell'atto, di cui purtroppo non abbiamo le età e che quindi possono essere stati sia minorenni che maggiorenni.
Abbiamo comunque, tra il gruppo dei fratelli, anche il nostro Alessandro, infatti le sue "coordinate" familiari corrispondono pienamente a quanto contenuto negli atti notarili più recenti già incontrati.
Battista è originario di Beduzzo, dove già da tempo era insediato un nucleo di famiglie Pacchiani. A Tizzano non parevano invece ancora risiederne, almeno non ne risultano dalla documentazione d'estimo del 1462, per cui lo spostamento di questo nucleo familiare da Beduzzo a Tizzano dovrebbe anche essere sostanzialmente la prima migrazione verso tali zone.
Da altri documenti notarili già citati infra risulta che mastro Nicolò di Beduzzo, trasferitosi a Villanova di Tizzano, fosse un "barbiere", cioè, all'epoca, una sorta di chirurgo di bassa specializzazione, quindi, diremmo invece oggi, un professionista, meno legato alla terra dei contadini che formavano la maggioranza della popolazione rurale.
Se anche Alessandro fosse originario di Beduzzo o fosse invece già nato al di là del Parma non ha rilievo, per le nostre vicende interessa di più il fatto che una ventina d'anni dopo, il 23 maggio 1523, il notaio Lazzaro Capretti (filza 1005) dà pubblica fede ad un lodo arbitrale che ebbe luogo a Tizzano tra i fratelli Battista e Alessandro Pacchiani del fu Nicolò, il primo di Villanova di Tizzano ed il secondo residente oramai a Provazzano.
Già qui abbiamo quindi la notizia di un'ulteriore scissione del gruppo familiare che abbiamo conosciuto e forse anche una traccia della motivazione.
Il collegio arbitrale era composto da don Nicolò Pacchiani, Raffaele Bonfanti e Nicolosio de Botiis. Il primo dei tre è anche cugino dei due litiganti, nonché rettore della chiesa di San Nicolò di Reno, villaggio del Tizzanese sul fiume Parma dove risultano insediati altri parenti. Gli amicabiles compositores decidono che Battista darà ad Alessandro, al fine di tacitare le richieste di quest'ultimo, 26 lire imperiali, di cui 15 subito e le altre 11 alla festa di san Genesio nel successivo mese di agosto.
Archivio di Stato di Parma, fondo "Notarile", Lazzaro Capretti, filza 1005: "Millessimo quingentessimo vigessimo tertio, indictione undecima, die vigessimo tertio mensis maii in vesperis (iu…is). Nos donus Nicolaus de Pachianis, Raphael de Bonfantis et Nicolosius de Botiis, arbitri et arbitratores et amicabiles compositores ellecti et assumpti per et inter Baptistam de Pachianis filium quondam Nicolai habitatorem Villenove, castellantie Tizani, episcopatus Parme, Porte Nove, ex una parte et Alexandrum etiam de Pachianis, dicti Baptiste fratrem et filium quondam suprascripti Nicolai, habitatorem ad presens ville Provezani…".
Evidentemente tra i due fratelli non correva buon sangue, e dopo la sistemazione degli aspetti economici, Alessandro, già residente a Provazzano, a debita distanza dal fratello, non apparirà più nelle vicende dei Pacchiani di Tizzano. Risulta infatti solo la già citata vendita di una porzione di casa a Villanova nel 1529, forse residuo dell'eredità paterna. Poi basta; d'ora in poi le sue aspirazioni, anche "immobiliari", si sarebbero rivolte esclusivamente alla nuova area di residenza.
Il positivo incastrarsi tra loro di questi pezzi, faticosamente ripescati dal mare magnum delle carte d'archivio, ha quindi permesso di affermare con poco spazio al dubbio che l'insediarsi dei Pacchiani a Provazzano (e probabilmente a Neviano) risale al trasferimento di un nucleo proveniente da Villanova di Tizzano, a propria volta staccatosi dal paesino di Beduzzo. Il tutto, pur in assenza di precisi riferimenti temporali, nell'arco di soli cinquant'anni. Purtroppo condizioni e motivazioni precise di queste migrazioni rimangono in larga parte ignote o appena ipotizzabili, attenendosi ai pochi dati che offrono le imbreviature notarili.
Sicuramente il possesso di un mestiere, di un'arte, conferiva alla persona un'autonomia maggiore rispetto a chi fosse legato ai suoi campi e ciò inteso sia come indipendenza dal vincolo al territorio che dagli eventi atmosferici che tanta parte hanno avuto, in passato, nel determinare fortune o rovina delle famiglie di agricoltori. D'altra parte la necessità dei propri servizi garantiva un certo benessere e rispetto da parte della popolazione. Presumibilmente le conoscenze tecniche venivano poi diffuse e coltivate tra i figli apprendisti, alcuni almeno dei quali avrebbero proseguito la strada del padre. Il titolo di mastro, riferito anche ad Alessandro, oltre che al padre Nicolò, potrebbe indicare una tale situazione, anche se non potrebbe neppure escludersi che il figlio fosse stato avviato a qualche altra professione. La documentazione non ci illumina. Neppure sappiamo se altri fratelli, tra quelli nominati nel citato atto di vendita del 1506, avessero poi tale titolo ed esercitassero quindi questo o altro mestiere.
La zona di Tizzano, rispetto a Beduzzo, doveva probabilmente rappresentare lo spostamento verso un territorio più ricco, più centrale, dove comunque si riteneva di ottenere migliori risultati dall'attività professionale o un aumento della qualità di vita. Per quello verso Provazzano/Neviano poteva esserci forse una maggiore possibilità di fare interessanti investimenti, come lascerebbe intuire la campagna di acquisti fondiari che pone in essere mastro Alessandro a partire dalla fine degli anni venti del Cinquecento. Oltre all'opportunità - forse - di allontanarsi dai parenti con i quali non si era più in grado di avere rapporti sereni. Spingersi oltre nelle ipotesi non sarebbe corretto.
Comunque sia, la mobilità in questi casi è oggettivamente facilitata e questa storia di spostamenti lo conferma, come anche il fatto che il mestiere di barbiere non doveva essere avaro di soddisfazioni, almeno economiche, se ad oltre vent'anni dalla morte del padre due fratelli avevano ancora materia di discussione che, almeno in parte, doveva riguardare l'eredità di mastro Nicolò, e per un importo non irrilevante. E comunque Battista lo paga in due sole rate ravvicinate, cosa che lascia a sua volta presumere una certa disponibilità di mezzi a fronte di un'uscita sostanzialmente imprevista. Di una buona situazione economica di base vi è ulteriore traccia nella serie di acquisizioni di Alessandro.
Per brevi regesti dei documenti esaminati cerco di darne un'idea:
1534 dicembre 13. Ser (Bartolomeus) de (Boselis), "civis Parme vicinie Sancti Tiburcii", vende ad "Alesandro de Pachianis", di Provazzano, un pezzo di terra con viti situato in tale località "in loco dicto a la barda" per 22 lire imperiali, nonché "unam domum muratam, copatam et taxelatam cum curtile et (intuata)" sempre a Provazzano "in loco dicto al casale" per 25 lire, da pagare a novembre 1535 (alla festa di S. Andrea). Notarile, filza 706 (Teodoro Illari).
1536 marzo 28. "Genexius filius quondam ser Pauli de Burtogalo" di Neviano A., anche a nome di altri parenti, vende ad "Alesandro de Pachianis filio quondam Nicolai", di Provazzano, "unam domum muratam, copatam et taselatam cum curtile et (…)" a Provazzano, contrada "de (Lamarca)" per 83 lire imperiali. Notarile, filza 706 (Teodoro Illari).
1537 (ottobre) 14. "Genexius filius quondam ser Pauli de Burtogalo" di Neviano A., accusa ricevuta nei confronti di "Alesandro de Pachianis filio quondam Nicolai" di Provazzano per 53 lire imperiali. Notarile, filza 706 (Teodoro Illari).
1539 gennaio 13: “dominus Paulus della Matia” di Provazzano vende ad “Alexandro de Pachianis filio quondam Nicolai” “ville Provezani” ed a “Dominico de Lumbardis filio quondam Illarii” “ville Neviani Arduinorum” due appezzamenti di terra lavorativa ed alberata a Provazzano, il secondo dei quali “in loco dicto alla Marna” per 48 lire imperiali. Notarile, filza 1484 (Angelo Maria Conforti).
1539 gennaio 13: Paolo Della Mazza, di Provazzano, vende ad Alessandro Pacchiani del fu Nicolò, di Provazzano, un pezzo di terra da lavoro con alberi e viti situato in tale località per 50 lire imperiali. Notarile, filza 1484 (Angelo Maria Conforti).
1542 settembre 9: mastro Alessandro, identificato come in atto dd. 12.6.1543, compra dal "magnificus dominus Gabriel de Palude filius quondam illustrissimi domini Petri, habitator ville Niviani Arduinorum" un pezzo di terra prativa e alberata posta a Neviano. Notarile, filza 1486 (Angelo Maria Conforti).
1543 giugno 12, Neviano: "Dominus Paulinus della Matia filius quondam (Ianes), habitator ville Provezani" vende al "magistro Alexandro de Pachianis filio quondam magistri Nicolai, habitatori ville Provezani" un appezzamento di terra in parte a prato ed in parte da lavoro con alberi a Provazzano, "in loco dicto a pra (bogne)" per 46 lire imperiali. Notarile, filza 1486 (Angelo Maria Conforti).
1545 gennaio 26: "magister Angelus de (Orielis) filius quondam Thomé" di Neviano A., vende a mastro Alexandro de Pachianis di Provazzano un terreno prativo con alberi a Neviano A. in località "a Pizzolo" per 19 lire, 12 soldi e 11 denari imperiali. Notarile, filza 1487 (Angelo Maria Conforti).
1545 febbraio 7: "Dominicus de Lumbardis filius quondam Illarii " di Neviano A., vende a mastro Alexandro de Pachianis di Provazzano un terreno da lavoro con alberi e viti a Provazzano, in località "alle (…) del (Bertello)" per 10 lire imperiali. Notarile, filza 1487 (Angelo Maria Conforti).
1545 marzo 16: "Domina Paulina filia quondam Alesandri de Barberiis" di Provazzano, vende a "magistro Alesandro de Pachianis filio quondam Nicolai", di Provazzano, un terreno con alberi e viti in località "a pra bogne" per 13 lire imperiali. Notarile, filza 1487 (Angelo Maria Conforti).
1545 marzo 17: "Ioannes de Lumbardis filius quondam Illarii" di Neviano A., vende a mastro [cancellato: Alexandro de Pachianis] Ioanne Petro de Pachianis filio separato magistri Alexandri di Provazzano un terreno prativo con alberi a pra (mavon) per 17 lire e 8 soldi imperiali. Notarile, filza 1487 (Angelo Maria Conforti).
1546 marzo 8: "Dominicus de Lumbardis filius quondam Illarii" di Neviano A., vende a mastro Alexandro de Pachianis di Provazzano un terreno da lavoro con alberi sempre a Provazzano in località (a Limido) per 13 lire imperiali. Notarile, filza 1487 (Angelo Maria Conforti).
1546 novembre 1: Mastro Alessandro de Pachianis di Provazzano vende a don Illario de (Bantino) del fu Francesco di Faviano un terreno prativo con alberi e viti a Neviano A. in località al prà di Macarino per 12 lire imperiali. Notarile, filza 1487 (Angelo Maria Conforti).
1563, maggio 12: Antonia de Morenis vedova del fu Giovanpietro Barbieri ed il figlio Andrea, di Riana, vendono a “magistro Alexandro de Pachianis” un appezzamento di terra da lavoro con viti ed alberi “positam in dicta villa Rian(e) in loco dicto in li casamenti de Barberi”, di due staia e mezzo. Notarile, miscellanea, filza 501 (Baldassarre Fani).
1570, ottobre 18: Pacchiani Alessandro acquista da Bianchi Paolo una pezza terra in Neviano Arduini. Notai camerali, Balestrieri, inventario 197/3.
1570, novembre 7: Pacchiani Alessandro acquista da Lombardi Ilario una pezza terra in Neviano Arduini. Notai camerali, Balestrieri, inventario 197/3.
Come si vede, nell'arco di circa 40 anni, con particolare intensità nel periodo 1529-1546, è documentata una serie di acquisti fondiari nella zona di Provazzano e Neviano da parte di mastro Alessandro. Pur parlando qui di un campione certamente parziale, emerso solo da alcuni notai, per cui altri dati che magari contribuirebbero a far luce sul quadro generale possono essere persi, la tendenza è chiara: già da questi dati disomogenei c'è un controvalore dichiarato di acquisto per quasi 400 lire imperiali, senza contare che manca il dato del controvalore di acquisti verosimilmente importanti come quelli del 1542 (da un "de Palude") e del 1563.
Le vendite in questo campione sono per converso esigue, sia come numero, due contro 13 atti d'acquisto, che come controvalore: solo 32 lire contro verosimilmente ben oltre le 400. Solo da alcuni atti come quello del 1534 emerge una apparente difficoltà all'integrale pagamento contestuale, che viene posticipato di un anno.
Non risultano espliciti patti di retrovendita e si dovrebbe trattare, insomma, di acquisti realmente diretti alla costituzione di un patrimonio immobiliare di rispetto, concentrato nella zona di Provazzano e nel contiguo territorio di Neviano.
Dopo le prime vendite di alcuni beni a Villanova di Tizzano, probabilmente la quota di eredità, non vi sono più movimenti nella zona d'origine, con la quale si ha la sensazione che siano stati tagliati tutti i ponti dopo la lite (composta) col fratello Battista nel 1523.
Si deve immaginare che i mezzi necessari provenissero dalla professione, svolta da Alessandro e magari dai figli, e forse, in parte, dai beni originari di famiglia accumulati, per la quota di sua spettanza.
Solo uno dei contratti d'acquisto, comunque, vede come parte il figlio separatus Giovanni Pietro, altrimenti è il solo capostipite che appare costantemente.
In verità, in due atti d'acquisto del primo periodo, entrambi di maggio 1529, interviene come compratore anche un altro membro del ramo di Tizzano, Giacomello di Reno, cugino di Alessandro, mentre quest'ultimo appare tra i testi., Dalle altre fonti esaminate e su cui qui non è opportuno soffermarsi, Giacomello non pare però essersi spostato da Reno: forse però all'epoca si pensava ad un trasferimento anche suo nella nuova località, idea poi non più seguita, o forse era solo un'azione di "fiancheggiamento" per Alessandro:
1529 maggio 1, Tizzano: Cesare Della Mazza, alias de Parete, di Provazzano, vende a Giacomello Pacchiani del fu Giuliano di Reno un pezzo di terra vitato situato in località detta a la piana da la brusca per 30 lire imperiali. Tra i testi anche Alessandro del fu Nicolò. Notarile, filza 1006 (Lazaro Capretti).
1529 maggio 31, (Langhirano): Iacomello del fu Giuliano de Pachianis abitante a Reno di Tizzano acquista da Giovanni Della Mazza abitante a Provazzano un appezzamento di terra in zona Provazzano per 16 lire imperiali. Tra i testi anche Alessandro del fu Nicolò. Notarile, filza 1006 (Lazaro Capretti).
Questa situazione di creazione e consolidamento di una proprietà fondiaria di una certa consistenza, derivante dalla lettura di atti notarili, trova conferma anche nelle registrazioni del già citato estimo del 1562 per la località di Provazzano: tale volume è dotato di indice, per quanto redatto con l’insolito sistema - almeno per il lettore odierno - dell’ordine alfabetico per nomi di battesimo, ed è abbastanza agevole individuare così due personaggi interessanti: il nostro “mastro Alexandro Pachiano” e “Antonio Maria Pachiano”. L’estimo comprende un’accurata descrizione dei loro beni. Mastro Alessandro ha un elenco lunghissimo di possedimenti, da foglio 301 a 317. Benché il sistema di indicazione degli appezzamenti tramite i confinanti ed il microtoponimo della località non permetta nel tempo un'identificazione sicura dei medesimi terreni, si notano località già evocate nei rogiti ed anche i confinanti portano i nomi già citati. Nelle pagine di fronte alle registrazioni d'estimo, quindi nel nostro caso in quelle a destra, spesso si trovano note quali “dimette il contrascritto campo ad Antonio Maria Pachiani...”: si tratta di successivi passaggi di proprietà per vendita, donazione o per via ereditaria dei beni: Antonio Maria, per esempio, è uno dei figli di mastro Alessandro che riceve parte dei beni già del padre.
Annotazioni analoghe si hanno ancora per altri beni di Alessandro a favore di tali Giovanni Battista “et fratelli di Pachiani abitanti a Provazzano”. Ulteriori dati genealogici per identificare questi altri Pacchiani abitanti a Provazzano si trovano tra le carte sciolte della busta d'archivio in oggetto, tra cui quelle relative al pagamento di livelli - semplificando, una sorta d'affitto - alla chiesa di Provazzano. In data 12 giugno 1583 “si presentano Antonio Maria di Pachiani filio et herede de Alessandro di Pachiani e Giovanni Battista di Pachiani et fratelli figli del quondam Giovanni Pietro di Pachiani et qualis Giovanni Pietro figlio et herede del suprascripto Alessandro habitano tutti a Provazzano e dicono che pagano livello...”
I Pacchiani di Provazzano appaiono ovviamente anche nelle registrazioni dell'estimo del 1562 relative al comune di Neviano degli Arduini, dove risultano possessori di ulteriori beni fondiari.
Una visione completa della genealogia ricostruibile da questi documenti e da altri di natura ecclesiastica - sostanzialmente riguardanti livelli di terre di chiesa - che non è opportuno riportare in questa sede, è presentata in fine di paragrafo.
Come erano composte queste famiglie? L'estimo del sale del 1581, che rileva le bocche - oltre al bestiame posseduto - è più indicativo di quello dei terreni, che non ha necessità di soffermarsi sul numero dei componenti i nuclei familiari6.
Tale estimo di bocche attribuisce ben 8 membri a ciascuno dei due nuclei Pacchiani censiti, quelli dei figli di mastro Alessandro, Antonio Maria e Giovanni Pietro. Quest'ultimo era stato inoltre eletto console del comune rurale e tale status - embrione delle cariche che avrebbe ricoperto anche in futuro qualcuno dei suoi verosimili discendenti - risulta dalle registrazioni dell'estimo. Ciò avvalora ancora, se ve ne fosse bisogno, l'idea che la famiglia avesse acquisito una posizione anche sociale di vertice.
La famiglia fa quindi ormai parte integrante dell'ambiente di Provazzano. Il secolo successivo, nel 1618, si trovano infatti censiti in tale villa ancora diversi Pacchiani in quello che pare essere un estimo di bocche, integrato da un registro di servizi7.
Le registrazioni in questo caso sono tuttavia assai poco dettagliate e non riportano il numero delle bocche dei rispettivi nuclei familiari:
nomi d (p) M q
“Angilo Maria Pachiano 1 ½ 1 1 ½ ”
“erede di Giovantonio Pachiani 2 -- 1 -- ”
“La Mabilia di Pachiano 2 -- 1 1 ½ ”
“Stefano Pachiani 1 ½ -- 1 1 ”
“Pietro Maria Pachian 1 ½ 1 1 -- ”
“Erede di Camilo Pachiano -- 1 ½ -- ”
Giovantonio e Camillo erano due figli del console del 1581, Giovanni Pietro. Gli altri Pacchiani dovrebbero verosimilmente essere figli dell'altro erede di mastro Alessandro, Antonio Maria.
Da qui in poi gli estimi segnaleranno sempre Pacchiani in tale località.
Ma la spinta dinamica di questo ramo familiare non si era affatto esaurita: con un atto stipulato a Parma, nel palazzo vescovile, il 28 maggio 16108, don Bernardino Pacchiani, dottore in filosofia, figlio del fu Giovanpietro, priore della chiesa parrocchiale di Santa Maria di Bannone, liberava in favore dei nipoti Nicolò junior, Giovanbattista, Maria, Domenica e Pasquina Pacchiani, di cui era anche il tutore, un fondo della sua parrocchia sito in località Prà di Bannone di cui essi erano livellari, rendendolo loro patrimonio allodiale9.
Dal confronto dei dati degli estimi già citati del 1562 delle località di Provazzano e Neviano degli Arduini col documento appena descritto, emerge che il nostro console Giovanni Pietro aveva avuto almeno sei figli maschi: Giovanni Battista, Giovanni Antonio, Bernardino, Camillo, Simone e Nicolò, quest'ultimo livellario del priore di Bannone già dal 1581. I nuovi proprietari "liberati" sulle terre già della chiesa di Bannone sono i figli del defunto Camillo.
Si consolida così la presenza a Bannone di ulteriori discendenti del nostro mastro Alessandro. In ogni caso risultavano abitare a Bannone già dal 1598, oltre naturalmente al prior don Bernardino, i suoi fratelli Camillo, Nicolò e Simone.
Emerge quindi chiaro che uno dei possibili motivi di trasferimento all'epoca poteva essere quello di trovarsi nella parentela di un ecclesiastico parroco di una chiesa dotata, che facilmente avrebbe dato in affitto terre ai parenti. In tante carte viste i livellari di terreni di Chiesa si trovano spesso ad avere lo stesso cognome dell'arciprete. La cosa non era evidentemente vista allora con la suscettibilità di oggi, anche se è lecito immaginare che i parenti avessero un trattamento di favore. In questo caso particolare, comunque, sussisteva l'impegno, quale tutore, ad assistere i minori orfani e questo poteva giustificare l'operazione, comunque compiuta alla luce del sole. Diversi parenti avevano rinunciato ad accampare diritti, cosicché si potesse consolidare un patrimonio per questi fratelli orfani di Camillo.
Altro dato interessante è che don Bernardino, originariamente di Provazzano al pari dei suoi fratelli, era stato avviato alla carriera ecclesiastica, si era laureato in filosofia e aveva raggiunto un certo rango. Fu lettore di logica all’Università di Bologna nel 1581 – 1582 e di filosofia all’Università di Parma. Morì successivamente al 162110.
Ulteriori dati su famiglie Pacchiani abitanti a Provazzano intorno al 1700 sono contenuti nel fondo archivistico “Catasti ed Estimi Farnesiani e Borbonici” in un libro simile a quello di Beduzzo del 1684, ma tuttavia privo di data, se non per annotazioni che paiono più tarde, fissate al 1725. In tale volume, un estimo rurale, sono citati vari personaggi, di cui alcuni, ancora una volta, appartenenti al clero11.
C’è un indice alfabetico per nomi di battesimo: “habitanti del comune di Provazzano”. A foglio 35 si incontra “Giovanni Antonio Pachiani”, a foglio 79 “Pietro Maria di Felice Pachiani” e ancora, a foglio 90, “Stefano Pachiani”. Segue apposita rubrica dei “forestieri”, dove si trova “Antonio Pachiani” (a foglio 95) e, nella rubrica “ecclesiastici” il “Signor Don Giovanni Battista Pachiani” (foglio 129).
A foglio 174, dopo Giovanni Battista, aggiunto di diversa mano e preceduto dalla data “1725” c’è “Signor Don Cristofaro Pacchiani”. A quest’ultimo sembrano attribuite terre già di Giovanni Antonio Pacchiani - quello di foglio 35 - cosa che sarebbe avvenuta nel 1725. Pare un estimo di terre, ma sono annotati anche altri beni.
Albero Genealogico
del ramo Pacchiani di Provazzano / Bannone
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| Mastro Alessandro *ante 1505- +post 1570 Beduzzo/Villanova |
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| Antonio Maria pres. al 1583 ab. Provazzano |
| Giovanni Pietro + 1581-1583 console nel 1581 a Provazzano |
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Camillo + al 1610 ab. Bannone 1598 | don Bernardino philosophie doctor pres. al 1610 priore Bannone | Giovanni Battista pres. al 1583 ab. Prov. liv. della chiesa | Giovanni Antonio pres. al 1610 ab Prov. | Mastro Simone pres. al 1610 ab. Provazzano, poi Bannone 1598, 1611 | Nicolò + 1610 sp. Cornelia Sacchi (senza figli) | ||||||||||||||
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| don Bernardo pres. 1693 | Camillo pres. 1693 | Pietro Paolo pres. 1993 ab. a Bannone |
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Giovanni Battista Pres. 1610 | don Nicolò jr pres. 1610 (priore a Bannone 1622?) | Pasquina Pres. 1610 | Maria Pres. 1610 | Domenica Pres. 1610 | [Camillo II junior ?? pres. al 1610] ipotesi |
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don Nicolò pres. 1692 arciprete Cazzola | don Camillo pres. 1700 parr. Lesignano? |
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Nota al riquadro con don Nicolò jr: Archivio di Stato di Parma, fondo “Notarile - benefici ecclesiastici”, filza 14, documento n. 52. Non ho tuttavia fotocopiato tale documento. Vi si incontra un reverendo don Nicolò Pachiani “filius quondam (..) Camilli, presbiter Parmensis, habitans ville Banonis.....et in hac parte rector ac prior ecclesie.....de Banone” che potrebbe essere questo Nicolò “junior”; il documento dovrebbe risalire ai primi del Seicento.
Trascrizione della prima parte (frontespizio) dell'atto citato sopra, nel testo, e conservato a Parma, in Archivio di Stato, fondo notarile (benefici ecclesiastici), filza 14, lett. B.
[Doc. “liberatiolonga 21 Ed Ver” Rep. N. 36]
Liberatio dominorum Nicolai et Johannis Baptistae fratrum de Pachianis a Bernardo Priore Banoni.
In Christi nomine amen, anno a nativitate eiusdem Domini millesimo sexcentesimo decimo, indictione octava, die vero vigesima octava mensis maii, pontificatus autem sanctissimi domini nostri domini Pauli; divina providentia Papae quinti, anno sexto.
Cum verum fuerit et sit quod alias et de anno praeterito 1581 sub die septima mensis junii dicti anni magnificus et multum reverendus dominus Bernardinus Pacchianus presbiter Parmensis et in hac parte prior ecclesie parochialis sanctae Marie villae Banoni Parmensis diocesis servatis servandis, titulo livelli perpetui dederit …
(omissis)
La torre dei Pacchiani
A volte i documenti d’archivio ci aiutano a fare luce su un’opera d’arte, su una committenza, su qualche fatto del passato che resta tutt’oggi testimoniato da opere o manufatti. Così anche riguardo alcune proprietà dei Pacchiani del passato, tuttora esistenti a Provazzano. Già Camillo Bertogalli mi aveva citato una casa torre della “nostra” famiglia in tale località, ed ero passato alcuni anni fa a fotografarla, dopo alcune non semplici ricerche in loco. La torre è ancora lì, con un ingresso al piano rialzato, ormai murato, e alcune iscrizioni non leggibili su una pietra angolare. Fa parte di un nucleo di case che felicemente si è tramandato nel tempo fino ad oggi sempre nella famiglia Pacchiani.
Una ricerca d’archivio ha permesso di risalire a una data base per la sua collocazione nel tempo. Il ricercatore Enrico Mulazzi gentilmente mi segnalava infatti, a marzo del 2018, alcuni atti notarili coinvolgenti dei Pacchiani, tra cui quello che di seguito si descrive, del 6 luglio 1609, rogato a Langhirano da Carlo Del Monte senior (fondo notarile, filza 4302, alla data).
L’atto permette di individuare la torre e i possessi in loco, datandoli come minimo alla fine del Cinquecento, essendo già esistenti, e non da poco, al 1609.
Mastro Alessandro Pacchiani, di cui ho già parlato in questa storia, aveva attuato nel corso del Cinquecento una massiccia campagna di acquisti immobiliari a Provazzano, dove si era trasferito provenendo da Tizzano. L’acquisto della torre non emerge espressamente dagli atti reperiti ad oggi, ma la sua proprietà nel 1609 sì: era ancora dei Pacchiani, gli eredi probabilmente di qualche discendente di Alessandro, che ne fecero scambio e permuta tra loro. Infatti una certa Dorina, figlia del fu Francesco de (Novariis) e vedova del fu Lazzarino Pacchiani, abitante a Provazzano, in nome proprio ma anche come madre, tutrice e curatrice generale dei propri figli Stefano e Pietro Antonio de Pachianis, nonché Stefano stesso, nell’atto citato cedevano e assegnavano ad Angelo Maria de Pachianis del fu Antonio Maria, di Provazzano, la metà pro diviso di una casa murata coi suoi diritti e pertinenze a Provazzano in località detta alla Maza - confinante con lo stesso Angelo e con Pietro Maria Pacchiani (forse un fratello di Angelo, come suggerirebbe un confronto con l’estimo del 1618), nonché un appezzameno di terreno in località al Pra dalli pergoli, sempre confinante col citato Pietro Maria. Angelo Maria, in cambio, permutava e assegnava a Dorina e ai due figli di lei la metà di una torre murata con cortile, diritti e pertinenze, posta a Provazzano in località detta a Preda nigra, confinante con proprietà della stessa Dorina e figli. E a tale assegnazione in permuta si giungeva poiché la metà della casa assegnata ad Angelo Maria era in rovina e necessitava di riparazioni che essi non potevano fare per cui conveniva loro la permuta e inoltre essendo la metà della torre più comoda per i citati figli minori, in quanto attigua alla casa di loro normale abitazione. Nulla si dice dei rapporti parentali tra questi due nuclei, che devono evidentemente sussistere, stanti anche le motivazioni sottostanti l’accordo e la vicinanza delle abitazioni.
Note
1) Archivio di Stato di Parma, fondo “Governatorato di Parma - Sottoprefettura di Parma”, busta 62: lettera accompagnatoria a certificato in cui si documenta l’assenza di coscritti con i requisiti di “veliti” con riferimento al bando del 1809.
2) Archivio di Stato di Parma, inventari n. 240/1 e 2 (atti sovrani): anni 1856 e 1857 benemerenze del podestà di Neviano degli Arduini e altri atti. Alcune benemerenze sono collegate ad attività svolte durante la grave epidemia di colera di metà secolo.
3) Archivio di Stato di Parma, fondo “Comune”, vol. 1450.
4) Archivio di Stato di Parma, fondo “Catasti ed Estimi Farnesiani e Borbonici”, busta n. 294, Provazzano e busta n. 243, Neviano.
5) Archivio di Stato di Parma, fondo "Notarile", filza 1006 (Lazzaro Capretti). Tutti gli atti notarili citati nel paragrafo sono conservati in tale fondo, per cui nel seguito - per brevità - verrà indicata solo la filza ed il notaio.
6) Archivio di Stato di Parma, fondo “Saline”, busta 24. Per Provazzano si veda eventualmente l'edizione di Roberto Lasagni, “Uomini e bestiame nelle valli del Termina in un censimento del 1581”, in Quaderno n. 2 Valli del Termina, Lupazzano di Neviano degli Arduini, Centro Studi Valli del Termina, 2000.
7) Archivio di Stato di Parma, fondo "Comune", serie XXVII, Estimo Rurale, busta n. 1973 (anno 1618).
8) Archivio di Stato di Parma, fondo "Notarile - benefici ecclesiastici", filza 14, lett. B. L'incipit del documento è riportato alla fine del paragrafo.
9) Don Bernardino risulta prior di Bannone già nel 1564: cfr. Antonio Schiavi, “La diocesi di Parma”, Parma, 1940; il riferimento a Bannone è a pag. 186.
10) Cfr. Lasagni, Roberto: “Dizionario biografico dei Parmigiani”, Parma, 2000.
11) Archivio di Stato di Parma, fondo “Catasti ed Estimi Farnesiani e Borbonici”, busta n. 1131, Provazzano.