Pacchiani di Barbiano di Felino
Barbiano è una località sulla sinistra del torrente Parma, verso nord, all'altezza di Lesignano, ma ancora nell'interno, nella collina. Dalle carte notarili erano già emerse tra gli anni 1515 e 1529 alcune testimonianze di atti a carattere economico che coinvolgevano un certo Lazarinus filius quondam Pauli, abitante in tale villaggio.
Costui non è peraltro un individuo isolato, risulta infatti sposato ad una certa Brigida de Dodis, cognome frequente in quella zona e ha un fratello, Geminiano. I nomi Lazarinus e Geminiano, in base a riscontri con altri atti rogati in zona, paiono nomi tipici del luogo e, per esempio, non appaiono mai a Beduzzo.
Questo, oltre al fatto che vi fossero terreni da vendere, lascia immaginare un insediamento probabilmente non recentissimo. Infatti l'estimo del sale del 1461/1462 già più volte citato, nel quartiere di Porta Nuova, alla Castelantia Felini, sottorubrica “de Paderno et Barbiano” registrava la presenza di un unico nucleo familiare con a capo “Paulus Pagranus filius quondam Luchini”.
I documenti notarili non rivelano molte notizie tra loro coordinabili su questa famiglia. I contenuti economici reali, inoltre, paiono essere "coperti" da transazioni formalmente diverse, compravendite con patti di riacquisto, per esempio. Non sempre inoltre le carte riescono a restituire il testo integrale e quindi a volte parte della transazione rimane sconosciuta, impedendone un'interpretazione corretta. Comunque il primo atto recuperato, del 26 gennaio 1515, vede Lazzaro Pacchiani del fu Paolo di Barbiano dare ricevuta di 24 lire imperiali nei confronti di Pietro Dodi del fu Genesio di San Michele Tiorre (un parente della moglie?)1.
Più tardi, il 14 ottobre 1527 con un atto rogato a Langhirano, Lazzarino del fu Paolo di Barbiano vende ad Antonio del Pino del fu Giovanpietro di Riano per 100 lire imperiali un appezzamento di terra da lavoro prativa con alberi e viti ed il sedime di un edificio, posto nelle vicinanze di Barbiano in località detta in caxamentis de Pachianis. Lazzarino ottiene 55 lire, mentre il resto Antonio lo avrebbe versato a Lazzarino per essere trasferito a Geminiano de Pachianis, da impiegare come cauzione della dote della moglie Domenichina e come cauzione per la terra venduta. Il tutto in presenza della moglie di Lazzarino, Brigida de Dodis. Con patto di rivendere la stessa terra allo stesso prezzo a Lazzarino entro il termine di otto anni2.
Al di là del senso di queste transazioni, che a volte si possono seguire, come questa, a distanza di anni, una cosa però emerge chiara: i rapporti di parentela del nucleo ed alcuni nomi e questo deve bastare al genealogista. Paolo, come dicevo sopra, potrebbe avere qualche collegamento con un omonimo padre di Gerardus di Beduzzo, morto al 1481. Però ovviamente non basta un'omonimia per dare certezza di parentela tra Beduzzo e Barbiano, sebbene Paolo non fosse molto diffuso a giudicare dalle carte trovate. E infatti, come spiego oltre, ulteriori documenti trovati di recente per il Quattrocento vedono Pacchiani di Beduzzo fare compravendite di terre a Barbiano, mentre ricorrono ancora nomi comuni nel ramo di Beduzzo.
Le indagini su questi Pacchiani non sono semplici: i notai a cui affidavano i propri scambi sono diversi e con località di rogazione fra loro distanti: è difficile trovare una linea chiara da seguire.
Si nota che le rilevazioni fiscali catastali dell'estimo rurale di Porta Nuova del 15623 non evidenziano nessun Pacchiani in questa località, anche visionando più di una busta riferita a tale paese. Devono essere intervenute delle migrazioni fuori dal parmense, delle quali vi sono accenni anche nei documenti già trovati. Non essendo rilevato, però, dove si fossero trasferiti questi Pacchiani, non è possibile in questo momento dire altro.
Si può, anzi si deve invece tornare ai collegamenti emersi tra Beduzzo e Barbiano. In tempi successivi alla prima scrittura di queste pagine sono infatti riuscito a trovare un documento che ha un significato speciale, poiché pone le basi, o ne è già la prova, di una relazione molto stretta tra i Pacchiani di Beduzzo e quelli della zona di Felino, in particolare quelli abitanti a Barbiano.
Il 31 maggio 1477, a Felino, Iacobinus de Pachiannis, del fu Andriolo, abitante a Beduzzo, vende per nove lire a Silvestro del fu Simone de Cavagnis di (Cavanna) di Felino, un appezzamento di terra a vigna, posta nei dintorni di Barbiano di Felino, in località detta ad boschum. Tra i confinanti appare Gerardo de Pachiannis e tra i testi dell'atto un Paulo molinario filio quondam Luchini de Pachiannis, habitatoribus terre (Cavanni)4.
Esaminiamo tali elementi di particolare interesse. Innanzitutto il venditore: Iacobinus de Pachiannis, del fu Andriolo, di Beduzzo, era finora sconosciuto e non si riesce attualmente a collocare in alcuna famiglia nota di Beduzzo, ma è sostanzialmente omonimo di uno Iacopinus già defunto al 1462, data del famoso estimo del sale. Tra i confinanti del campo venduto appare questo Gerardo de Pachiannis, che si presume a quella data in vita e come nome è identico a ben due abitanti di Beduzzo, anch’essi facilmente in vita a quella data: uno censito come capofamiglia nell’estimo del sale del 1462 e l’altro citato in un atto del 1481. Quest’ultimo è un Gerardo del fu Paolo Pacchiani di Beduzzo vedovo di Margherita de Blanchis. Appare strano che un abitante di Beduzzo possedesse terre così lontano da casa. Ciò si spiegherebbe o con un investimento saltuario, o con l’idea di trasferirsi nel nuovo luogo o nel provenire da tale luogo. In tutti e tre i casi la relazione appare evidente e stretta: perfino un investimento saltuario così distante può giustificarsi col fatto che laggiù vi erano parenti, altri membri della famiglia che avevano segnalato l’affare e garantivano per il controllo o la conduzione del fondo. Appare forse più lineare l’idea della dismissione e quindi che Iacobino (come la presenza di terre confinanti di Gerardo, altro nome beduzzese, confermerebbe) fosse il proprietario originario, che ora vende in quanto si è trasferito a Beduzzo. Gerardo potrebbe essere nella stessa situazione, ma non avere ancora venduto le terre.
Se l’ipotesi fosse confermata, l’origine dei Beduzzesi sarebbe da cercarsi in Felino, altra terra rossiana dove con un po’ di fantasia potrebbe immaginarsi un trasferimento sostenuto dai conti per rafforzare con propria gente l’altro proprio possedimento di Beduzzo. Fantasia, ma valga come provvisoria ipotesi, senza scartarne altre. Ma il collegamento tra i due gruppi di Pacchiani, più forte o più debole in ognuna delle ipotesi, è innegabile. Ciò è ulteriormente sostenuto dal fatto che tra i testimoni dell’atto c’è un noto personaggio di Barbiano, il Paolo Pacchiani dell’estimo del 1462, chiamato in quanto evidentemente conosceva le parti, cioè Iacobinus suo omonimo di Beduzzo. E nell’atto citato del 1481 uno dei due Gerardi è figlio di un Paolo, ulteriore omonimia che dà da pensare, se sommata alle altre.
Albero genealogico del ramo Pacchiani di Barbiano | |||||||||||
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| Luchinus + al sale 1461 (n. ? ) |
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Antonius detto Blanchus al 1517 assente dal episcopato Pr |
| I moglie hp Zenevra de Zurlis fino al 1490 | Paulus dictus Molinarius sale 1461 e notai 1477 (n. 1426? hp ) morto ca. 1495 | II moglie hp Dominica de Cavagnis dal 1490 |
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Geminianus ∞ Dominichina? |
| Lazarinus notai (prs 1515, 1527, 1529) ∞ Brigida de Dodis | Iohannes Paulus al 1517 assente dal episcopato Pr | Maria prs 1513 | |||||||
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Note
1) Archivio di Stato di Parma, fondo "Notarile", filza 703, Teodoro Illari (repertorio n. 74).
2) Archivio di Stato di Parma, fondo "Notarile", filza 914, Michele Buzoni (repertorio n. 75).
3) Archivio di Stato di Parma, fondo "Catasti ed estimi farnesiani e borbonici", buste nn. 20 (Barbiano, anno 1562 e altri) e 504 (Barbiano, anno 1562).
4) Archivio di Stato di Parma, fondo "Notarile", filza 340, Bonifacio Palmia (repertorio n. 161).