ABSTRACT
La storia della famiglia Pacchiani dell’Alta Val Parma per chi ha poco tempo
Ipotesi sull’origine:
una possibile immigrazione – forse dalla zona del Bergamasco, dove il cognome è molto presente in nuclei numerosi e concentrati – nel corso del Trecento magari a seguito di progetti di ripopolamento di portatori di arti e mestieri o di soldati di ventura, ad opera di piccoli feudatari del Parmigiano: i conti Terzi? L’insediamento di gruppi di famiglie risulta, a metà Quattrocento, concentrato esclusivamente nella zona di Beduzzo – attuale comune di Corniglio – e in quella di Traversetolo, oltre ad una famiglia isolata a Barbiano di Felino, della quale però si perdono le tracce già nel Cinquecento. Non risultano, seppure possano essere esistite in origine, parentele tra i Pacchiani di Beduzzo e di Traversetolo.
Le famiglie di Beduzzo:
il nucleo di Beduzzo è attestato nella contrada di «Trarivo», oggi Tre Rii, dove nel Cinquecento risiedono solo 4 famiglie: Pacchiani, Ghillani, Miodini, Cocchi, forse anche una quinta, i Conciatori, un po’ discosta dall’abitato. Solo le prime tre sono ancora presenti oggi. Il villaggio ha un nucleo antico di case comunicanti e con corte interna, giunto miracolosamente fino ad oggi, attorno al quale fino all’Ottocento sono sorte poche nuove case. Le famiglie si sono poi moltiplicate nei secoli e le residenti portano ora almeno una ventina di cognomi diversi.
Migrazioni e popolamento graduale di altre località:
prove documentali attestano uno o più spostamenti di famiglie Pacchiani da Beduzzo alla zona di Tizzano, sul lato opposto della Parma, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del secolo successivo. La componente trainante è mastro Nicolò, «barberius», cioè medico di bassa specializzazione, un professionista comunque non legato alla terra. Una parte della famiglia si insedia così nel contado di Tizzano, a Reno, villaggio di fronte a Beduzzo, separato dall’alveo del torrente. Oggi a Reno se ne incontrano ancora alcuni membri.
Alcuni figli di mastro Nicolò sembrano seguire la sua stessa via professionale, in particolare Alessandro, citato anch’egli come mastro. Questi si trasferisce nel primo quarto del Cinquecento verso la pianura, nella zona di Neviano degli Arduini e di Provazzano, dove un suo figlio, Giovanni Pietro, ricoprirà anche la carica di console e a cui, nei secoli successivi, faranno seguito alcuni altri sindaci della zona. La famiglia si estende poi anche nella zona di Bannone, dove un discendente, don Bernardino, è «priore».
Status economico sociale:
I Pacchiani rimasti nelle località d’origine di Beduzzo e Reno paiono contadini, almeno non si trovano testimonianze specifiche. Nel ramo di Tizzano, oltre al citato mastro, compaiono già nel Cinquecento e ancor più nei secoli dopo diversi Pacchiani come parroci di parrocchie – a Reno stessa molte volte – o come semplici cappellani. A fine Cinquecento un membro del ramo trasferitosi a Neviano, il citato don Bernardino, è lettore di logica all’università di Bologna e a Parma. Questi rami stanno economicamente bene e comunque molto meglio della media, in base alle rendite dei terreni nei relativi censimenti fiscali di allora. Meglio comunque del nucleo restato a Beduzzo.
Vita contadina e toponomastica agricola, l’epilogo:
La storia della famiglia è comunque per larga parte storia di contadini, la terra fino a poco tempo fa è rimasta elemento fondante e indispensabile della vita delle persone. Oggi quel mondo è pressoché scomparso nella valle. Insieme alla sparizione delle antiche attività scompare anche la memoria dei nomi dei luoghi. Ogni angolo di montagna aveva il suo, legato a colture o a particolarità della vegetazione o dell’orografia, o ad un antico proprietario dimenticato. Oltre a pochi anziani, nessuno ricorderà più questo nel volgere di pochi anni. A Tre Rii nessun Pacchiani è più residente. Nella valle non ci sono associazioni a cui stia a cuore questa scomparsa di valori e testimonianze che oppongano cultura all’abbandono.